L’incidente in cui cinque operai hanno perso la vita nel cantiere di un supermercato a Firenze ha riacceso il dibattito sulla sicurezza sul lavoro in Italia.

Le discussioni da tempo circolano attorno a proposte inattuate, come l’introduzione di una “patente a punti” per le imprese e la carenza cronica di ispettori del lavoro. Anche la struttura burocratica è stata criticata per la sua inefficienza, spesso in competizione con sé stessa.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede oltre 200 miliardi di investimenti promossi dalla Commissione Europea per l’Italia, presenta obiettivi ambiziosi in termini di controlli sul lavoro irregolare. La mancata realizzazione di questi obiettivi entro i tempi stabiliti comporterebbe la perdita di finanziamenti considerevoli.

Il PNRR italiano prevede un aumento del 20% delle ispezioni sul lavoro entro la fine del 2024. Questo impegno non riguarda solo la quantità ma include la definizione di un piano generale per valutare l’efficacia di questi controlli nel rilevare il lavoro “sommerso”. L’obiettivo è ridurre la distanza tra l’Italia e la media europea in termini di incidenza del lavoro non regolare.

Noi di CONSAFE siamo fermamente convinti che sia necessario attuare una significativa evoluzione culturale e di approccio alla sicurezza, affinché non sia più solo una risposta agli obblighi normativi e al timore dei controlli, ma diventi piuttosto un sentito bisogno di lavorare in modo virtuoso per il bene degli operatori e del mercato.

Ma come arrivare a un tanto ambizioso obiettivo?

Probabilmente le azioni da intraprendere sono molteplici, fra tutti:

• formazione idonea per lavoratori, ma ancora di più per i Datori di lavoro;
• giro di vite sui subappalti a ribasso
• controlli serrati sull’intera azienda, dai contratti alla sicurezza.