DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
Laser è il noto acronimo per Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation, il processo fisico che sta dietro alla radiazione elettromagnetica intensa, coerente e direzionale che può essere ultravioletta (180-400nm), visibile (400-700nm), o infrarossa (700nm-1mm). I rischi connessi all’uso dei laser sono sia quelli relativi alle caratteristiche intrinseche del fascio, sia quelli derivanti dalle apparecchiature che permettono di creare e mantenere questo tipo di radiazione. L’interazione diretta con il fascio interessa in modo particolare occhi e pelle.
CLASSIFICAZIONE DELLE SORGENTI LASER
La grande varietà di lunghezze d’onda, applicazioni, energie e caratteristiche d’impulso dei laser e sistemi che includono laser rendono indispensabile, ai fini della sicurezza, il loro raggruppamento in categorie, o classi, di pericolosità. È risultato molto utile, pertanto, l’introduzione di un parametro chiamato Limite di Emissione Accettabile (LEA), che descrive i livelli di radiazione emergente da un sistema laser, la cui valutazione permette la collocazione dell’apparecchio nell’opportuna categoria di rischio. La determinazione del LEA deve essere effettuata nelle condizioni più sfavorevoli ai fini della sicurezza.
La norma CEI EN 60825-1 individua 8 classi: 1, 1M, 1C, 2, 2M, 3R, 3B e 4, con indice di pericolosità crescente, nel settore industriale le più significative sono:
- Classe 1: laser che sono sempre sicuri in quanto la loro emissione, nelle condizioni di utilizzo previste, non permette il superamento dei limiti di esposizione. Questi laser non sono pericolosi.
- Classe 2: laser che emettono radiazione visibile nell’intervallo di lunghezze d’onda tra 400 e 700 nm. Hanno una potenza sufficientemente bassa (<1mW) per cui la reazione di chiusura delle palpebre è in grado di proteggere l’occhio;
- Classe 3A: La radiazione emessa da questi laser supera i limiti. Tuttavia, la loro pericolosità è moderata in quanto i LEA di questa classe sono solo 5 volte il limite di classe 2 per i laser visibili e 5 volte i limiti della classe 1 per i laser invisibili.
- Classe 3B: laser con potenze medie comprese tra la classe 3A e 500mW. Sono laser pericolosi per gli occhi se non protetti e possono essere pericolosi per la pelle. Anche le riflessioni diffuse da questi sistemi possono essere pericolose;
- Classe 4: laser molto pericolosi ad alta potenza in grado di produrre seri danni ad occhi e pelle anche se il fascio è diffuso. Sono potenziale rischio d’incendio. In diversi processi, nell’interazione con il materiale bersaglio possono causare la fuoriuscita di materiale tossico. Il loro uso richiede estrema cautela.
LA SICUREZZA DELLE MACCHINE LASER
Dei vari rischi presenti in una macchina laser, la norma UNI EN ISO 11553-1 si occupa nello specifico di quelli relativi all’esposizione alle radiazioni e a quelli generati dall’interazione del laser con i materiali lavorati nello specifico processo.
Schematizzando:
- Le macchine laser devono garantire all’operatore un’esposizione alla radiazione non superiore ai LEA di Classe 1. I tunnel di protezione e gli interblocchi necessari dovranno essere progettati secondo le rispettive normative di riferimento indicate nella norma stessa (ad esempio EN 60825-4 e EN 13849-1). Nell’allegato A della norma vengono elencati i potenziali altri rischi presenti nella macchina.
- Tutte le informazioni devono essere fornite dai fabbricanti delle macchine laser. Le indicazioni devono spaziare in tutte le fasi di vita della macchina, dall’assemblaggio all’utilizzo e anche alla manutenzione e smantellamento della stessa. L’etichettatura presente sulla macchina deve rispettare le indicazioni della norma sia per il rischio radiazioni sia per il rischio di produzione di sostanze nocive durante il processo.
- Le macchine laser devono prevedere un adeguato sistema di aspirazione / estrazione e filtrazione dei residui di lavorazione che siano essi fumi o polveri in quanto spesso questi risultano essere nocivi o tossici. Nell’allegato A della norma sono indicate molte delle sostanze prodotte nell’interazione con svariati materiali.
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